Flaminio Bovino

Inserito il 02 Ottobre 2015

Una breve presentazione

Mi occupo di progettazione di oggetti di arredo con particolare attenzione per il settore dell’illuminazione.

La qualifica di ingegnere strutturista non descrive esaurientemente i poliedrici interessi che mi caratterizzano, tecnica, arte, grafica, artigianato, fotografia.

Eppure i modelli matematici, meccanici e strutturali possono essere una chiave di lettura importante del mio design. Le mie origini campane mi offrono la grande risorsa di un ricco contesto culturale di ispirazione.

Affianco l’attività di progettazione a quella di produzione dei prototipi e piccole serie nel mio laboratorio attrezzato con macchine utensili tradizionali e a controllo numerico.

 

 

Quando hai scoperto il mondo del Designer e quando hai iniziato ad interessarti ad esso?
Il primo significato che do alla parola designer è avere il bisogno costante di costruire, di modificare la realtà materiale attorno a noi. E’ una cosa che ho sempre provato e che si avvicina a definire quasi completamente mio senso di vivere. Non posso individuare un momento preciso in cui sia avvenuta la “folgorazione”.

La mia formazione mi ha consentito di restare lontano dalle fascinazioni del design come mito, né mi sono creato mai un personale olimpo di designer star, tutte degenerazioni abbastanza diffuse oggi.

Il mio avvicinamento a questo mondo è stata la naturale e graduale conseguenza della mia spontanea inclinazione poietica.


Come organizzi la tua ricerca sui materiali, sulle nuove tecnologie da impiegare?
Guardo al passato, anche se può sembrare un controsenso.

Nuovi materiali e nuove tecnologie nascono sempre da modifiche, miglioramenti, superamenti di quelli precedenti, che, però, sono spesso ignorati da chi li adotta.

È l’unico modo per non utilizzare il nuovo come una sorta di black box.


La componente artigianale come influenza la tua produzione industriale?
È una parte chiave del mio modo di fare design. Ultimamente sto sperimentando un workflow progettuale diverso dal solito, con ancora maggiore peso della componente artigianale.

Non definisco completamente il progetto in studio ma, dopo l’idea, entro subito in laboratorio e passo direttamente alla costruzione del prototipo con i software CAD aperti sul banco da lavoro e tanti fogli per schizzare. Le fasi di lavorazione e di progettazione non sono più separate da alcuna soluzione di continuità.

Da questa sperimentazione verrà fuori, a breve, una nuova linea di lampade.

 


Nella tua filosofia professionale, cosa viene prima, la funzione o la forma?
Non mi doto di una poetica di bandiera dogmatica in cui dichiarare la precedenza incondizionata dell’una o dell’altra.

Forma e funzione sono due linee fondamentali tracciate sulla scacchiera del gioco della progettazione, si possono rispettare rigidamente o seguire con libertà od anche, addirittura, violare apertamente. Sono tutti approcci altrettanto validi da esplorare, l’importante è non ignorarle, disegnando sempre coerentemente con un logos di progetto chiaro. Consapevolezza, insomma.

 

 

 

 

 

 

FACEBOOK
VIDEO
VIDEO
CONCORSI ED EVENTI
Selezionate le proposte per il contest IL QUARZO IN FORMA
Chroma, in collaborazione con Artèteco, ha indetto la I edizione del Concorso di idee “Il Quarzo in [...] Leggi tutto
Le shopping bag con una storia da raccontare
Una "ecoidea" dallo stile versatile, perfetta per un look casual.   Si tratta della shopping bag "by Arteteco" [...] Leggi tutto