Daniela Caserta

Inserito il 12 Marzo 2014

Una breve presentazione

Nata a Napoli nel 1983. Dai primi studi all’Istituto d’Arte, alla laurea in Disegno Industriale presso la Seconda Università di Napoli, ho proseguito la mia formazione nel campo della progettazione grafica, dalla comunicazione visiva al design strategico.

Dal 2007 ad oggi svolgo attività di ricerca e progettazione grafica per il CSC (Centro Servizi per la Comunicazione d’Ateneo della SUN) nell’ambito delle attività di promozione “corporate and design” dell’Ateneo. Affianco all’attività di ricerca, la libera professione, collaborando con diverse realtà del panorama Italiano ed estero.

 

Quando hai deciso di avvicinarti al mondo del design? Cosa ti attraeva maggiormente?

Ricordo che da bambina, quando andavo allo studio da mia madre, c’era un oggetto in particolare, una lampada posta su un tavolo, che suscitava in me curiosità e interesse …ho scoperto dopo un po’ di anni che si trattava “dell’Atollo” di Vico Magistretti…forse un segnale?…chissà!

Riconosco che da sempre ho avuto un interesse particolare per tutto quello che mi circondava, forme e colori, come oggetti e arredi attiravano inconsciamente la mia attenzione e identifico che da sempre in qualche modo, quelle stesse cose che ora con lo studio e la formazione, riconosco, hanno accompagnato la mia vita, forse definito le mie scelte e soprattutto descritto i miei ricordi. Non so dire se la mia sia stata una scelta, ma istintivamente ho sempre sentito di voler comunicare attraverso quest’arte, che mi rende libera nel mio modo di lavorare.

 

Puoi descrivere l’approccio creativo che accompagna normalmente un tuo progetto?

Cerco di sviluppare un metodo e un approccio diverso ogni volta che inizio un progetto per liberarmi da ogni dogma. A volte inizio da ricerche storiche, altre da un foglio bianco, ma spesso un’immagine o un segno mi aiutano a pensare.

 

La componente artigianale come influenza la tua produzione industriale?

Premetto che il mio impegno nel mondo della progettazione d’arredo è ancora ai primi passi. Nasco come progettista grafico e sicuramente il mio approccio all’oggetto è di tipo figurativo. Dalle esperienze fatte, sento di dire, che sicuramente, la componente artigianale presente in un  prodotto, dà al designer una maggiore libertà in termini di possibilità tecniche e di operazione sul pezzo, che tradotta in prove e test riesce, a darti una immensa ispirazione che può essere facilmente applicata alla produzione industriale.

 

I tuoi prossimi progetti?

Eh, chissà… Ci sono diverse cose a cui sto lavorando. Progetti intrapresi da alcuni anni, come la mia attività di ricerca con l’Università, che forse quest’anno potrebbe prendere una svolta. Nuove e consolidate collaborazioni che definiscono progetti e maturano rapporti. L’importante è non fermarsi mai, dare uno sguardo al passato per ricordare sempre quanto c’è ancora da fare nel futuro.

 

Come sta cambiando il ruolo del design nei confronti della vita quotidiana?

Il design è per definizione, il connubio perfetto tra forma e funzione ed è parte integrante dell'esperienza umana. Il suo scopo primario è quello di rendere piacevole la nostra vita, mentre quello più ambizioso è di cambiarla. In grado di influenzare tutti i lati dell'esperienza umana, il design sicuramente cambia il modo in cui la persona interagisce con l'oggetto, migliorandone la funzione, l'utilizzo, l'aspetto e lo status, oltre che la concezione del mondo e del modo di vivere. Senza mai perdere di vista l'importanza della creatività nella cultura materiale definirei il design, lo strumento in grado di risolvere problemi e fornire risposte alle sfide della vita quotidiana.

 

 

 

 

 

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